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sabato 28 maggio 2011

Italia addio!! La Rinascente non è più italiana « LIBERALBLOG

Italia addio!! « LIBERALBLOG:


La Rinascente non è più italiana. E’ stata venduta per 260 Milioni di Euro alla tailandese Central Retail. Fu fondata a Milano dai fratelli Bocconi. Nel dopoguerra passò alla Famiglia Agnelli, che la vendette ad una cordata di imprenditori nel 2005 per circa 900 Milioni di Euro. Un altro tassello dell’impresa italiana che diventa straniera; un altro tassello della caduta inesorabile di una nazione che non è capace di costruire nuove realtà industriali, e non sa difendere l’italianità di quelle che possiede da tanto tempo. E’ il segno del destino, di come l’Italia in quanto tale non esiste più, è morente, e non possiamo farci proprio nulla

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venerdì 27 maggio 2011

MondoElettrico: Elettricità. La Cina è con l'acqua alla gola, anzi, alle caviglie

MondoElettrico: Elettricità. La Cina è con l'acqua alla gola, anzi, alle caviglie:

Manca l'acqua. -> Non riescono a funzionare le turbine della diga delle Tre Gole che generano energia elettrica.

La peggiore siccità che abbia mai colpito la Cina centrale in mezzo secolo, con la prospettiva certa che vi sarà carenza di energia elettrica in estate.

L'agenzia ufficiale Xinhua riporta (attraverso Reuters Africa) che il livello dell'acqua presso la più grande centrale idroelettrica del mondo, la Diga delle Tre Gole, nella provincia di Hubei è sceso a 152,7 metri, ben sotto la soglia di 156 m necessari per far funzionare le sue 26 turbine in modo efficace.

La potenza di 18,2 GW, equivalente a circa 15 reattori nucleari di terza generazione, costituisce un terzo di tutta l'energia necessaria prodotta a Hubei.

L'anno passato ha generato 84,4 miliardi di kWh di energia elettrica.

Il livello dell'acqua dovrebbe ridursi ulteriormente a circa 145 metri entro il 10 Giugno.

Durante i sei mesi dello scorso anno, da maggio a ottobre, il 20 per cento della produzione di elettricità in Cina è stata prodotta con le centrali idroelettriche.

Le alte temperature e le scarse precipitazioni, da record negativo nel 2011, hanno provocato una diminuzione nella portata degli affluenti allo Yangtze (il famoso Fiume Azzurro) togliendo potenza a migliaia di centrali idroelettriche, nonché acqua per irrigare milioni di ettari di terreno agricolo.

1.392 bacini della regione sono ormai troppo impoveriti per produrre l'elettricità.

Lo Yangtze è 6 metri sotto il livello medio dello scorso anno.

Problemi gravi per i coltivatori di riso a valle della diga delle Tre Gole sia nella regione di Hubei che altrove, dove costituisce il 47 per cento della produzione totale di riso della Cina.

Il deficit di produzione di energia da fonte idroelettrica mette sotto pressione l'estrazione del carbone e la produzione dalle centrali elettriche alimentate a carbone e combustibili derivati dal petrolio. Si è alla ricerca di fonti alternative.

La potenza da fonte idrica è scesa del 55 per cento in aprile nella regione di Hunan mettendo in crisi quasi la metà delle strutture produttive di silicio (silicio per fotovoltaico) a causa della mancanza di elettricità. Ma non solo, anche fonderie di alluminio e rame della regione potrebbero entrare in sofferenza.

L'energia idroelettrica è una componente essenziale della strategia energetica della Cina per il prossimo decennio, nel tentativo di ridurre la sua dipendenza dal carbone, con piani in corso d'opera che prevedono di realizzare impianti di ulteriori 140 GW di potenza entro il 2015.
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Siamo tutti legati ad un filo sottile che ci unisce. Il clima, le risorse, la produzione alimentare, la distribuzione della ricchezza, sono appesi ad un filo sottile che si sta rompendo.
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Pubblicato da Massimo J. De Carlo

Irlanda: 11.07%! Ma ormai tutti se ne fottono

Irlanda: 11.07%! Ma ormai tutti se ne fottono:

11.07% Indovinate che cos'è questa percentuale.

Ma naturalmente è il nuovo RECORD di rendimento del titolo di stato decennale
di un'Irlanda tecnicamente fallita
ma tenuta in vita artificialmente....

Il decennale irlandese recentemente aveva già raggiunto un fenomenale 10% di rendimento
ma negli ultimi tempi è ulteriormente schizzato in su di un altro +1%
stabilendo ogni giorno un nuovo record negativo.

Sul prestitone che abbiamo concesso all'Irlanda per trasformarla in un morto che cammina e per salvare (come sempre) le Banche, Dublino paga solo il '5,4%' circa.
E si sta trattando per abbassare ulteriormente il tasso del prestito.

11%....Naturalmente ormai tutti se ne fottono, Borse in primis...
Si vede che ormai ci siamo psicologicamente assuefatti a convivere con svariati Stati Sovrani
già tecnicamente falliti
e sull'orlo del Default di fatto...;-)

Così...en passant...
anche il Decennale del Portogallo (che ha un rendimento del 9,7% circa)
poco fa ha stabilito un nuovo record negativo nel suo Spread col Bund Tedesco.

ComeDonChisciotte - LA CRISI GRECA OBBLIGA MIGLIAIA DI ATENIESI ALLA MIGRAZIONE NELLE CAMPAGNE

ComeDonChisciotte - LA CRISI GRECA OBBLIGA MIGLIAIA DI ATENIESI ALLA MIGRAZIONE NELLE CAMPAGNE:

"IL DEBITO, LA DISOCCUPAZIONE E LA POVERTÀ STANNO PROVOCANDO UNA RIVOLTA SENZA FINE E LA FUGA DI MIGLIAIA DI PERSONE IN CERCA DI UNO STILE DI VITA PIÙ SOSTENIBILE FUORI DALLA CAPITALE

DI HELENA SMITH
Guardian.co.uk

Nelle colline dell’Arcadia, in una casa di pietra in cima a questo villaggio che sorveglia i pascoli verdi e la valle al di sotto, un gruppo di giovani ateniesi si sta impegnando nel ricostruirsi una vita.
Fino a poco tempo fa Andritsaina non era nelle aspirazioni dei greci che vivevano in città. 'Ma questo,' ci dice Yiannis Dikiakos, 'prima che Atene non si trasformasse nel calderone esplosivo che è adesso. Un giorno ci siamo svegliati e ci siamo detti che non ne potevamo più. Volevamo vivere la vera Grecia e la volevamo vivere da qualche altra parte.'

Dopo aver stipato le proprie cose in una Land Rover e in una roulotte, l’uomo d’affari ha percorso i 250 chilometri che lo separavano da Andritsaina lo scorso mese. Mentre stava attraversando villaggi pieni di edifici in rovina e di case vuote, lungo strade che hanno scavato la propria via tra fiumi e burroni, non si è guardato dietro le spalle.

'Atene ha tradito i giovani. Non ha più niente da offrirgli. I nostri politici sono degli idioti… ci hanno davvero scocciato', ci ha detto Dikiakos, che sarà presto seguito da dieci amici che hanno anche loro deciso di scappare dalla capitale.

Fanno parte di una migrazione interna, migliaia di greci che cercano conforto nelle aree rurali mentre il paese stritolato dal debito è alle prese con la sua più grave crisi economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

“È una decisione difficile ma le persone la stanno prendendo ugualmente', ci ha detto Giorgos Galos, un insegnante di Proti Serron nelle grandi pianure della Macedonia, nel nord della Grecia. 'Ci sono due coppie che sono venute qui e conosco molte persone a Salonicco che vogliono tornare nei loro villaggi. La crisi li sta divorando ed è difficile riuscire ad affrontarla. Se ci fosse un minimo di supporto o di incoraggiamento da parte dello Stato, il piccolo flusso si trasformerebbe in una marea perché qui costa tutto molto meno.'

L’arrivo alla spicciolata delle persone a Proti Serron sarebbe passato inosservato se il villaggio non fosse stato il luogo di nascita di Konstantinos Karamanlis, colui che ha promosso l’integrazione della Grecia nella CEE nel 1981. Una statua dello statista in alabastro bianco, al centro della piazza del paese, è corredata da queste parole: “Credo che la Grecia possa cambiare forma e il suo popolo il proprio destino.'

Passati sessant’anni da quando vennero pronunciate, un numero sempre maggiore di greci si sta quanto meno domandando se il vecchio avesse ragione. Il trasferimento della popolazione sotto le luci delle grandi città era, nelle parole dello stesso Karamanlis, uno dei barometri più affidabili per valutare la transizione del paese da una società fondamentalmente agricola verso un’economia occidentale avanzata. Questa settimana, mentre il FMI e l’Unione Europea stanno dibattendo sui modi per cercare di salvare nuovamente la Grecia e mentre gli osservatori si chiedono se il paese debba uscire dall’euro, la Grecia sembra sempre più allo sbaraglio, scossa dall’impatto della rabbia e della disobbedienza civile delle persone che hanno perso fiducia nei propri governanti, e alle mercé dei mercati che si rifiutano di credere che possa riuscire ad allontanarsi dall’orlo della bancarotta. Il direttore esecutivo del FMI, Dominique Strauss-Kahn, ha recentemente descritto la situazione: 'La realtà è che queste persone sono nella merda fino al collo. Se non fossimo arrivati noi, sarebbero già precipitati nel baratro. Passate due settimane, il governo non sarebbe stato in grado di pagare gli stipendi del personale.'

Ironicamente, è proprio la medicina presa lo scorso anno con il programma di salvataggio del FMI/UE di 110 miliardi di euro, adottato per modernizzare un’economia sclerotica, che ha reso le cose ancora peggiori. Dodici mesi di pagamento a singhiozzo dei dipendenti pubblici e di tagli alle pensioni, di perdite massicce di posti di lavoro, d’incremento delle imposte e con l’inflazione galoppante hanno iniziato ad avere un effetto pesante. Il PIL è previsto quest’anno in calo del 3 per cento, facendo dell’economia greca la più in recessione di tutta l’Europa.

A Atene, dove vive quasi la metà degli 11 milioni di greci, i segni della crisi – e della povertà – si vedono ovunque: nei senza casa e negli affamati che setacciano l’immondizia durante la notte, nei pensionati al verde che raccattano gli scarti dai mercati rionali che vendono frutta e verdura; nei negozi chiusi e sigillati e nelle migliaia di persone ordinarie che non possono più permettersi di portare fuori la famiglia o mangiare carne con regolarità.

'Abbiamo dovuto smettere di andare in trattoria, di comprare i vestiti nuovi e di mangiare carne più di una volta a settimana', ci ha detto Vasso Vitalis, madre di due bambini che lotta con suo marito, dipendente pubblico, per arrivare alla fine del mese con due stipendi per un totale di 2.000 euro.

'Con tutti i tagli abbiamo stimato un risparmio di circa 450 euro al mese. Stiamo attenti anche al centesimo e, comunque, siamo fortunati. Tutti e due abbiamo un lavoro. Conosco persone che sono disoccupate e fanno la fame. Chiedono cibo alla famiglia e agli amici', ci dice con la voce rotta. 'Quello che ci fa incazzare è che tutti sapevano che il paese era messo malissimo ma nessuno dei nostri politici ha avuto le palle per sistemare la situazione. Era come una nave che puntava dritto sugli scogli e ora gli scogli sono molto vicini.'

I greci sanno anche che, siccome la loro economia ha bisogno nuovamente di un’ancora di salvataggio e pochi vogliono prestare soldi a un paese in queste condizioni, le cose peggioreranno invece di migliorare.

'Nelle epoche passate, il futuro veniva sempre visto come una fonte di speranza, ma ora fa paura', sono le parole di Nikos Filis, editore del giornale di sinistra Avgi. 'Fino a questa settimana la gente ha pensato che, con tutte le misure prese, la crisi sarebbe stata superata nel giro di un anno o due. Ora, con la prospettiva di manovre di austerità ancora più pesanti, ora non vede la luce in fondo al tunnel.'

Con la disoccupazione che riguarda ufficialmente 790.000 persone – anche se si pensa sia molto più alta per la chiusura di 150.000 piccole e medie imprese nell’ultimo anno – ci sono dei timori che la Grecia, il paese al centro della più pesante debacle finanziaria europea da decenni a questa parte, stia inesorabilmente avviandosi verso una fase di crisi sociale e politica. Con l’aumento delle tensioni etniche e la delinquenza nelle strade, questa settimana il solitamente cauto sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, ha detto che la città 'comincia ad assomigliare a Beirut'.

Yannis Caloghirou, un professore di economia alla Università Tecnica Nazionale di Atene, ha riferito: 'La Grecia sta diventando un campo di battaglia, al livello dell’Unione Europea dove i politici hanno reso la crisi ancora peggiore con la loro mancanza di strategia e le loro iniziative prese col contagocce, e tra la sua gente che non ha più fiducia nelle istituzioni e nella capacità del sistema politico di risolvere la situazione. La mia preoccupazione è che il paese stia precipitando nell’ingovernabilità, e che i gruppi di estrema destra riescano ad approfittare del momento.'

I socialisti, al governo da diciannove mesi, lacerati dal dissenso e dal sempre più forte disgusto per la loro politica che molti avversano, è probabile che inizino a mostrare la corda per gli sforzi profusi nel contenimento della crisi, con il Primo Ministro, George Papandreou, che deve rimettere in riga i propri ministri.

L’esodo di massa dei ragazzi più dotati ha aggiunto un altro timore: oltre a perdere una o forse due generazioni, la Grecia, che ha la bancarotta di fronte a sé, è anche a un passo dal perdere la sua classe intellettuale. 'Nessuno sta parlando apertamente di questo ma le prospettive per l’economia greca stanno peggiorando proprio da quando la fuga dei cervelli è in crescita e il paese ha cominciato a perdere le sue menti migliori', ha detto il professor Lois Lambrianidis, che insegna economia regionale all’Università della Macedonia.

'Circa 135.000 persone, il 9% dei greci con un'istruzione incentrata sul terziario avanzato, vivono all’estero e questo già prima che la crisi iniziasse. Non riescono a trovare lavoro in un’economia orientata ai servizi che dipende dal lavoro pagato pochissimo.'

Proprio mentre in Arcadia ci sono dei giovani che stanno cercando di ripartire da capo, la Grecia, ci dice, deve ricostruirsi dalle fondamenta se vuole sopravvivere alla peggiore crisi dei tempi moderni.
I numeri della Grecia

Previsione del PIL: -3% in 2011 (il peggiore in Europa)

PIL: 230 miliardi di euro

Debito: 340 miliardi di euro

Entrate fiscali annuali: 40 miliardi di euro

Debito pro capite: 30,000 euro

Disoccupazione: 16%

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Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2011/may/13/greek-crisis-athens-rural-migration

13.05.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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domenica 22 maggio 2011

Incubo Fukushima: sempre peggio, ma ora il mondo tace

Incubo Fukushima: sempre peggio, ma ora il mondo tace:

Fukushima potrebbe essere in una spirale senza fine. Non affidatevi al sonno dei media ufficiali che assicurano il contrario o che non ne parlano affatto. Radiazioni letali continuano a fuoriuscire senza freni. I livelli delle emissioni potrebbero gravemente aumentare. Non se ne vede la fine. La loro portata è di gran lunga peggiore di Chernobyl. Arginare il disastro potrebbe essere al di sopra delle possibilità della Tokyo Electric o del governo giapponese. Non vi è ragione per correre ulteriori rischi. Con tutti i mezzi necessari, è tempo che i migliori scienziati e ingegneri del mondo intervengano. Persino così facendo, i risultati sarebbero ignoti.

Per un breve ma terrificante resoconto, vedere l’intervista al dottor Chris Busby su “Rt/T”: le unità 1, 2 e 3 di Fukushima si trovano tutte in vari stadi di melt down. La fusione all’unità 1 potrebbe essere avvenuta nel contenitore di pressione del reattore, con l’acqua di raffreddamento fuoriuscita dal fondo. Una crescente quantità di liquido radioattivo sta ammorbidendo il terreno e riversandosi nell’oceano. Non vi è modo di prevedere dove andrà a finire questa enorme quantità di gas di fusione. Specialmente nel caso di ricadute, potrebbero verificarsi esplosioni di vapori e idrogeno residui dei contenimenti.

Il plutonio in eccesso nel Mox all’unità 3 è un ulteriore inconveniente. C’è stato almeno un incendio in una vasca di contenimento. Sul posto si sono verificate almeno due esplosioni di idrogeno. Alcuni ritengono che ci possa essere stata un’esplosione di fissione. Ciò ha indebolito le strutture e i sistemi di sicurezza del reattore. Questi eventi e il cedimento del terreno potrebbero spiegare perché l’unità 4 è parzialmente sprofondata e si sta inclinando, probabilmente sull’orlo di un crollo. Anche un evento di dimensioni ridotte potrebbe significare la catastrofe. Sono probabili altre esplosioni. Le fuoriuscite sono praticamente certe. L’aumento dei livelli di radiazioni da ognuno dei reattori obbligherebbe tutti i tecnici ad evacuare, lasciando l’intera centrale al suo destino.

Il “New York Times” ha riportato che i gravi malfunzionamenti delle valvole di sicurezza che hanno contribuito al disastro di Fukushima sono possibili anche in numerosi reattori negli Stati Uniti. Quantità di residui radioattivi sono state rilevate a centinaia di chilometri dalla centrale. I livelli delle radiazioni sono aumentati a Tokyo, a circa 250 chilometri da Fukushima. Il fallout radioattivo è stato rilevato in Nord America e in tutta Europa. Lo sversamento radioattivo in mare ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Ma c’è dell’altro, e non è positivo. Il Giappone e la Germania hanno avuto il buon senso di abbandonare la costruzione di nuove centrali, e di chiuderne alcune già esistenti. E qui è iniziato il blackout mediatico.

“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” sembra essere la strategia di un’industria bisognosa di finanziamenti statali per il mantenimento di una flotta sgangherata di vecchi reattori decadenti. L’amministrazione Obama ha sospeso il monitoraggio delle radiazioni sulla fauna marina del Pacifico. Quindi non fornisce più dati radiologici e sanitari affidabili sul fallout che raggiunge gli Stati Uniti. Eppure potremmo trovarci in un pericolo senza precedenti. Un movimento nazionale si sta mobilitando contro le scorie nucleari e per la conversione alle energie alternative. Adesso dobbiamo portare TUTTI i governi del mondo a rompere gli indugi affinché ci si concentri su come rimettere Fukushima sotto controllo.

Dopo due mesi di strenui tentativi, quattro reattori e almeno altrettante vasche di contenimento restano a rischio. Bloccare le emissioni di Fukushima prima che ci irradino tutti è indispensabile alla nostra sopravvivenza. La comunità internazionale ha unito le forze quando si è dovuto riunchiudere Chernobyl in un sarcofago. Ora su Fukushima è necessario un impegno ancora maggiore. Di qualunque risorsa tecnica, scientifica e materiale disponiamo, bisogna che vada laggiù. ORA!!!

"Indignados spagnoli, il manifesto politico - demata

demata: "Indignados spagnoli, il manifesto politico

Legge elettorale che tenga conto anche dell’astensionismo.
Il Potere Esecutivo non nomina consiglieri negli organi equivalenti al CSM italiano.
Norme a tutela della democrazia interna dei partiti politici.
Sanzioni sull’assenteismo dei politici e per chi non onori la propria funzione.
Cancellazione delle agevolazioni fiscali, contributive e pensionistiche.
Compensi dei parlamentari e degli amministratori locali vincolati al salario medio spagnolo.
Eliminazione dell’immunità parlamentare e della prescrizione per reati di corruzione.
Trasparenza patrimoniale dei pubblici funzionari.
Riduzione dello spoil system e degli incarichi “politici”.
Obbligo di referendum per l’introduzione delle norme europee e, comunque, di grandi riforme.

Lavoro:

Introduzione dei contratti di solidarietà fino al raggiungimento di un tasso di disoccupazione inferiore al 5%).
Pensionamento obbligatorio a 65 anni fino all’eliminazione della disoccupazione giovanile.
Incentivi per le aziende con meno del 10% di lavoratori temporanei.
Divieto di licenziamento nelle imprese in attivo e verifiche sul rispetto delle norme sulle assunzioni temporanee.
Reintroduzione del sussidio per i disoccupati.
Regolarizzazione dei precari del settore sanitario e scolastico.

Diritti:

Esproprio delle case nuove invendute e destinazione a scopi sociali.
Sussidi per l’affitto ai giovani ed alle persone bisognose.
Estinzione delle ipoteche con la sola riconsegna dell’immobile.
Riduzione delle tasse universitarie e dei master.
Abolizione della legge Sinde sul diritto d’autore in Rete
Protezione della libertà d’informazione e del blogging.

Servizi:

Lotta agli sprechi tramite una apposita Authority
Ripristino del trasporto pubblicos u rotaia e limitazione del traffico all’interno dei centri urbani.
Attuazione della Ley de Dependencia per l’assistenza alle persone non indipendenti, malate od anziane con la costituzione delle reti di assistenza, di mediazione e di tutela locali.

Finanza:

Lotta all’evasione fiscale.
Riduzione delle spese militari
Applicazione delle norme europee sulle banche ed i paradisi fiscali e sostegno all’introduzione della Tobin Tax.
Divieto di intervento pubblico a sostegno delle banche in difficoltà.
Bonus malus Tax per le banche in relazione al rating della gestione finanziaria.
Aumento delle detrazioni d’imposta sui grandi capitali e le entità bancarie.
Reintroduzione della tassa sul patrimonio.

Current TV: E' solo una questione di soldi - il chiodo

il chiodo:
Ma cosa succede? Santoro ospita Al Gore ad Annozero e, da quello che dice si capisce che Sky Italia non vuole rinnovare il contratto a Current TV, si capisce che c'è lo zampino di Berlusconi, e si chiede che tutti gli italiani scrivano a sky per fargli modificare la sua decisione.
Peccato che non sia vera nessua delle parole che ho sentito ad Annozero.
Tom Mockridge, ad della sky italia, HA PRECISATO, PER ISCRITTO:
A Sky Italia abbiamo stima per Current TV e per Al Gore. Per questo motivo lo scorso 13 maggio abbiamo fatto al suo socio, Joel Hyatt, un'offerta per continuare ad avere Current per altri tre anni su Sky (vedi allegato). Non corrisponde dunque affatto al vero che Sky abbia deciso unilateralmente di cancellare il canale'.
'Purtroppo la Current TV ha deciso di non accettare la nostra offerta e ha chiesto invece di avere il doppio di quanto Current percepisce attualmente, una cifra che arriva ad essere vicina a 10 milioni di dollari. Si tratta di una richiesta decisamente troppo alta, specie in relazione alle recenti performance del canale.
Al Gore ha diffuso dati assolutamente inesatti sull'audience del canale, sostenendo che un abbonato di Sky su due guarda Current una volta la settimana.
La realta', purtroppo, e' assai diversa: i dati Auditel dicono che solo un abbonato di Sky su 25 ha guardato Current almeno per 10 minuti in una settimana nel corso del 2011. Lo share del canale e' dello 0,03% su media giornaliera e dello 0,02% in prima serata con una media giornaliera di 2.959 telespettatori, come rilevato da Auditel nel 2011.
Si tratta di dati in calo del 20% sulla media giornaliera e addirittura del 40% in prima serata, se comparati al 2010. Se il canale avesse raggiunto l'obiettivo di 4500 telespettatori medi giornalieri, concordato nel contratto, la partnership sarebbe stata rinnovata automaticamente per ulteriori due anni'

Quindi? il fatto che Berlusconi abbia promesso a sky altre frequenze nel caso scaricasse Current TV è una fandonia, la solita balla di sinistra (che, ricordiamolo, non è la macchina del fango), ma qui si tratta solo di ottenere maggiori SOLDI.
E suvvia, italioti, è una giusta causa, aiutiano Al Gore.

'Quanto al resto -afferma Mockridge- sono sciocchezze: ho dovuto cercare su Google il nome di Keith Olbermann perche' non sapevo chi fosse. La decisione di non rinnovare il contratto con Current quindi non e' dovuta ad alcuna cospirazione politica: si tratta semplicemente di una trattativa economica, che ho gestito io con la mia squadra in Italia. Non ho mai parlato con Rupert Murdoch di nessuno di questi temi. E Silvio Berlusconi -aggiunge- non ha mai promesso a Sky nessuna frequenza digitale terrestre se ci fossimo liberati di Al Gore. Sfortunatamente Al Gore in Italia non e' cosi' rilevante'.